La qualità della danza

Frinisci caviglia il suono del tuo ventre
piatto maccheronico di spilli
in balìa delle onde
che spumo dai flutti riarso
che se organizzo tutte le donne evaporo i mari
e incaglio il petrolio
e poi muovo a piedi
e l'erba fine è secca e mi punge.
Dagli allo zingaro un violino
e balla, mora.
Amoroso saltello e gesticolo
la canicola mi scioglie
e odoro forte senza fine.
E spremo gli agrumi quel lime negli occhi,
che lacrimo cieco: non vedo più il mondo.

Rumore

Suzzane linfa che sopisci udito
tempra lento, quasi essere non colmo
rifletti indomito e percuoti
anche non riposto l'essere,
imprimici del tuo volgo
un dire, ferreo.
Tensione univoca ed olfattiva, sublime!
E' residuo seriale e fascinoso,
in certo senso lugubre:
così rorido
così lungo...

Ronda


Ronde
(trema la terra - fremìto di sicurtà)

odo il bello
trapezoidale di Venti
d'odio

quello spazio sociale bluastro
imprevisto e lugubre

tutto un irretìre sonoro di voci compìte.
Fiotti di risa, mentre, salmastro e germinale,

il tuo volto ritorna e fluttua:
si espande
di assoluto ritrovato

Pendolare: traducir: curva

Corpi dinamici e immobili in
involucri semoventi
stipano sensi

prude e spinge tanto vasto
il momento del tradotto
l'istante denso,

il giorno fugge di mirabilia sulla natura
Arcadia romanticata a monte
vasta, a cui è valso
tradotto al nulla l'istante

e muoversi lenti, plastici
lasciare un segno: privare al senso
il totale delle sue sembianze
in quel tempo che, antropico,
dura minuti secondi,
circa.

I portici

I

Per la volta ennesima si configura esanime la luce del sole,
sì che grandi nuvole aspettano di pioversi.
Saranno giochi fisici inauditi a creare estivi rovesci
e le posizioni degli astri ad esprimere un lontano futuro,
distante da valori di bene o male.

II

Realtà di miriadi multiformi e
costrizioni su solidi binari:
la non geometria del sogno,
corpo liquido e mente
riversano sull'animo del tempo nostro
ancora inutili segni.

-§ III

Aromaticità transeunte sono dell'etica le spoglie odierne:
risponde la carne al giogo sferzante della macchina
inibendo la pertinenza di qualsiasi significato al volere umano.
E' immenso quindi il luogo sociale non definibile tramite emozione,
ed il colore corrispondente tanto brillante che silenzioso.

Visione

Deissi pedonale di ghiaccio
è il silenzio agognato
dopo giorni la neve
è gotica: perde candore
si ammassa meccanicamente
nel ciglio azzurro delle strade
confonde meno
la poligonia unificata
dello spiovere dei tetti
croccante al tatto;
sapidità chimiche
le rendono talune venature del marmo.
E' quell'umidità turchese
a renderla diversa
dall'artificio prospettico
di volte cattedrali.
Così sottile a persistere
sciogliendosi dipinge
di surreale il neoclassico.