Breviario '90-2008

-§- A

Rugiada stride monumentale il tuo volto e piango al sogno di bellezza tanto agognata e così tangibile che dimostri nell’essermi ancora di fronte. Tal calore gronda dell’animo mio sguardi e infinito, tanto infinitesimo il mondo dimostransi in bieche rotulee pose. Artritico stecca in concerto, tanto armonico è il luogo che a nulla è valso se non limitare i sospiri per te un’altra ora; di questo tempo convesso che ammalia e ruba alle speranze giorno su giorno. Seguo selciati tra passi e portici e urla e astemio di grida guardo al mondo per toccarlo come l’odo. Sentiero che sento plastilineo od ondulato e t’amo, volando tra tepide mura. Ancora.


-§- B

Volute aderenti la realtà, percepita dolce tra lo sterno e ombre insolubili sulle palpebre. Di messi ricolme è nelle sue vesta che si amalgamano - trasognate di grida e tutte redente, le dignità del mondo; o forse, solo, il sonno immemore è pensiero. E' accorgere quasi immobile la Toscana - lì: tutta forte e metallica - dove implode stridendo di nembi quell'estetica nitida e desolata nei ricodi che si confondono.


-§- C

Inutile perpendicolo alla traccia di forza. La gestualità è incolume, si che non preme forma sulla terra. L'eco del mare è concetto e simbolo, levità degli zigomi e orizzonte. Quasi blu e piano un moto reale all'imbrunire, dove il sole germina i nostri pensieri come spargere del seminatore. Qui e ora è puro sogno. Sferico limite all'ascolto, vita inconscia: espiro.


-§- D



In memoria dell’etica rimane transeunto quel dolciastro aroma. Quel fiore reciso vicino la lapide vivendo come uomo lo annuso e lascia stringendolo tepore, così ne condensa il respiro contenuto


e vivere è immaginarsi la sua fragranza: dell’armonia si perde traccia nel possibile retorico, ad oggi, di secoli tormentati dai racconti.