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del Collettivo Indipendente

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Lazy evening **

Idealizzare, colmare di aspettative un alcunché riposto, essersi immaginati universi minimi e tanto possibili che nel momento "adesso" sostanzialmente vacui son ridefiniti.
Identico tornare ancora ad un principio, come tastare il tepore di corpi, o assopire morbidi tra veglia ed altra: ricominciare a posizionare, lenti, singole tessere a comporre il Mosaico, per giorni e giorni, anni o minuti secondi.
Ridefinire tale forma in non numerabili combinazioni di attese, ipotesi, dubbi o cervellotiche assuefazioni di logiche soggetive, qualsiasi, ancora ed ancora. Ritornare quindi, considerando gli elementi riposti a lungo andare oramai variabili, ricomporli ad un grado zero successivo, tenendo in debita considerazione gli elementi del contesto, non volontari.
La questione del pensiero iterativo può darsi cangiante secondo il numero di ritorni alle medesime posizioni a ben vedere; o forse, la quiete d'animo va riposta nel tentativo di evitare, alla prossima occasione, le medesime circonlocuzioni intorno i presupposti di un futuro punto di partenza, e così a venire, di nuovo, ancora.
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From | the | beginning , to | its | end
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** or Lazy night

courier ||

Livido l'asfalto stritola le gomme nel manto bituminoso, ribadisce e fischia viniliche le inerzie immemori di tagliandi, sinistri, targhe, riflessi o sterzi, culmine di emozioni in quell'attimo/punto/spazio di virtù implose, schianti geometrici a suon di aggettivi umanoidi: sintetici modi di essere qui ed ora, ritrovato il bello, miraggio d'orizzonte retorico: "terribilmente" teorico, convesso, fluido. Denso.

Non è odore d'asfalto e pioggia, né crudescenza di autunni che mai saranno sottoboschi, o un che di acre entro porta. Assuefare a sporadiche pregnanze un senso di appartenenza, incurante di genesi o intorno, definendo sillabazioni antropomorfiche e sibilliche, a suon di basamenti di quarzo sintetico a combinatorie controllate, mai compromesse, sferzante alfabeti di mimiche, concetti e linguaggi di notizie, virtù AK47ggianeggianti e linearmente doubleface, oramai consuete.

Oppure sguainate poi elettriche le chitarre di padri/figli del Voodoo, vissuti non di meno anni 33, o disinibite i teenager a muse, deflorando senza dolore quell'ultimo piglio d'Essere, in Potenza, libere marche di un che di totale e minimo ribadire nello scarto di senso una libertà figurata rotonda,  evanescente.

Altrimenti respirare a pieni polmoni e vivere.


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Chill-in
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